Procede speditamente l'attività dello Iasb per rispondere alla crisi finanziaria. Ieri il Board ha aggiunto un nuovo tassello: si tratta di una proposta di modifica dell'Ifrs 7 per migliorare le informazioni integrative di bilancio sulla misurazione al fair value degli strumenti finanziari e sul rischio di liquidità. Il nuovo documento fa parte della strategia messa a punto dallo Iasb come risposta alle raccomandazioni del Financial Stability Forum (che si è tenuto lo scorso mese di aprile), contenute nel documento Enhancing Market and Institutional Resilience. La proposta è aperta al commento pubblico fino al prossimo 15 dicembre.
I contenuti del documento
Per ogni classe di attività e passività finanziarie (definite sulla base delle caratteristiche dello strumento e riconciliabili con le voci di bilancio) è richiesta l'indicazione del valore equo comparato con il valore contabile. Sono previsti alcuni limitati casi di esenzione: ad esempio, quando il valore di carico dello strumento finanziario rappresenta una buona approssimazione del fair value; ovvero, nel caso in cui si tratti di uno strumento di capitale non quotato in un mercato attivo (inclusi i contratti derivati collegati) valutato al costo secondo quanto disposto dallo Ias 39.
Per ciascuna categoria occorre, inoltre, descrivere i metodi e le eventuali tecniche di valutazione utilizzate nella determinazione del valore equo. Occorrerà, ad esempio, dare informazioni circa i tassi utilizzati per la stima delle perdite su crediti, per il calcolo degli interessi e per l'operazione di attualizzazione dei flussi finanziari. Nel caso in cui siano state modificate le tecniche di valutazione, occorrerà poi indicare le variazioni effettuate e le ragioni che le hanno rese necessarie.
Livelli di fair value
Una delle novità più significative è l'utilizzo della struttura informativa del Fasb (Cfr. Sfas 157) che si basa su una gerarchia di fair value a tre livelli. È richiesto, infatti, che le misurazioni al fair value siano classificate sulla base dell'importanza dei fattori utilizzati. I livelli previsti sono i seguenti:
«livello 1», nel caso di utilizzo di prezzi quotati in mercati attivi per lo stesso strumento (ossia senza modifiche o ricomposizioni dello strumento stesso);
«livello 2», nel caso di utilizzo di prezzi quotati in mercati attivi per analoghe attività o passività o altre tecniche di valutazione per i quali tutti i fattori rilevanti sono desunti da dati osservabili di mercato;
«livello 3», nel caso di utilizzo di tecniche di valutazione che si fondano su input significativi non desumibili dal mercato.
Per le valutazioni di «livello 3» è richiesta una dettagliata riconciliazione dei valori rilevati nel periodo di riferimento del bilancio. È necessario, in particolare, rappresentare separatamente le variazioni derivanti dagli utili e dalle perdite (realizzate e non realizzate) iscritte nel conto economico o in variazione del patrimonio netto. È richiesto inoltre di evidenziare gli acquisti, le vendite, le emissioni e i regolamenti effettuati sugli strumenti finanziari. Infine, viene richiesta l'evidenziazione dei movimenti tra i diversi livelli e le ragioni di tali operazioni.
Sul tema del rischio di liquidità, la proposta dello Iasb prevede un'analisi delle scadenze per le passività finanziarie derivate e non derivate e delle relative modalità di gestione del rischio di liquidità.
